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Primi o migliori?

Quale tra questi due concetti ha maggiore peso quando dobbiamo creare un marchio?

La disputa è praticamente infinita, conta di più concentrare la propria comunicazione sul concetto di essere i primi o quello di essere migliori?

Partiamo subito con la risposta, poi ti do anche le motivazioni.

La risposta giusta è: per un marchio è sempre meglio essere identificati come i primi piuttosto che i migliori.

Ecco i perché.

La mente di tutti lavora per immagini, questo vuol dire che quando leggiamo, o ascoltiamo una parola (quando leggiamo la pronunciamo noi al nostro cervello) creiamo immediatamente un’immagine perché il nostro cervello possa comparare, nella sua banca dati, elementi che consentano la comprensione e la traduzione di quel concetto rendendolo concreto e comprensibile.

La parola primo rimanda ad immagini chiare, emozioni vive, anche ancestrali, che sono molto forti, la parola migliore non ha un’immagine definita e soprattutto lancia al cervello il concetto di comparazione, ha necessariamente il bisogno di un elemento di comparazione.

Un altro elemento da tenere in conto è il processo di espansione dell’aura significato e l’attribuzione automatica di caratteristiche complementari che tutti noi facciamo.

Il concetto di primo, nelle varie accezioni, porta con sé caratteristiche come qualità, professionalità, migliore, unico, originale, vero… potrei continuare ancora molto con tutta una serie di caratteristiche riconosciute al primo.

Il migliore? Rispetto a cosa? Ma non soltanto, se migliore non è associato saldamente al concetto di primo la domanda che nasce, quasi automatica, è: “Ma se sei il migliore, perché’ non sei il primo?”

Puntare sul concetto di migliore è molto delicato, complesso e riservato ad un forte numero due del mercato che può, in qualche modo dimostrare di essere il primo in qualcosa di differente rispetto al “primo del mercato”.

Chi è arrivato primo nei 100 metri piani all’ultima olimpiade?

Chi è il miglio velocista del mondo?

Chi è il primo uomo nello spazio?

Chi è il miglior astronauta?

Sembra un concetto semplice; eppure, tutta la comunicazione che si muove nel mondo sembra stringere l’occhiolino al concetto di migliore piuttosto che primo.

Certo non si può essere il secondo primo uomo a mettere piede sulla luna, la posizione di “primo” non ammette condivisioni, ma di contro ci sono miriadi di possibilità di essere i primi in qualcosa.

Primo a fare qualcosa, primo nel numero dei prodotti venduti, primo nel fatturato, primo nel numero di chiamate ai clienti, primo per sorrisi di clienti soddisfatti, primo a consegnare i lavori e altre migliaia di possibilità in relazione alla propria categoria.

Eppure, sono tutti migliori, tutti puntano sulla migliore qualità, la migliore competenza, la migliore assistenza ai clienti.

Ma migliore rispetto a chi?

Ma se sei migliore di … perché non sei il numero uno?

E tu su cosa stai puntando la tua comunicazione?

In cosa puoi definirti primo?



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