Ricordi highlander, e la frase epica del film? “Ne resterà’ soltanto uno”.
È la frase emblema di internet. Sul web non c’è spazio per i numeri due, non si tratta di eccesso di posizione dominante o di tentativo di creare un monopolio, è la semplice realtà dei fatti.
Il “mercato” più grande del mondo ha spazi limitati, esiste solo il numero uno.
Libero di non crederci e di investire tutti i tuoi averi nel prossimo progetto miracoloso che soppianterà Google.
Al grido di “faccio come Google ma lo faccio meglio” il web si è popolato di siti internet ormai fermi e progetti morti schiacciati sotto il perso di aspettative improbabili.
Al Riese ha scritto un libro “Le 11 immutabili leggi del marchio su internet” nel quale spiega tutti gli errori da evitare quando si decide di creare un progetto imprenditoriale sul web.
Piccola premessa, il libro è stato scritto nel “lontano” 2002 quando internet muoveva i suoi primi passi e gli attuali padroni del web ancora non erano nati ed in molti casi non erano ancora stati pensati. La lungimiranza predittiva di un signore che all’epoca aveva 75 anni sembra davvero avere qualcosa di magico.
Tra tutte le leggi elencate qui voglio soffermarmi in particolare su una, la legge della singolarità, in questa legge si enuncia il principio secondo cui:
“in tutti i modi devi evitare di essere il secondo della tua categoria”.
Ad una prima lettura questo sembra contraddire le stesse regole base formulate da Ries e Trout nel 1972 secondo le quali, se non puoi essere il primo della categoria devi assolutamente conquistarti la posizione di secondo perché alla lunga in mercato diventerà sempre più una questione a due.
Allora perché per il web la posizione di secondo non funziona?
Nel mondo “reale” la posizione di secondo di categoria è indispensabile non tanto per il consumatore, quanto pe gli operatori di mercato.
Coca-Cola è il primo marchio, ma se non aderisce alla mia campagna promozionale con uno sconto cosa faccio? Mi rivolgo a Pepsi.
Se ho appena affittato uno spazio a McDonald come riempire i negozi fronte strada se non con un Burger King.
Chiunque si trovi a lavorare nel mondo reale sa bene quanto sia importante avere un secondo fornitore di prodotti/servizi per evitare di trovarsi costretti ad accettare trattamenti sfavorevoli e per offrire ai propri clienti una possibile alternativa.
Sul web non esiste questa necessità, in realtà non esiste in nessuna categoria che preveda l’uso di strumenti elettronici.
Non ho bisogno di due sistemi operativi per il computer, non ho bisogno di due programmi per la videoscrittura, non ho bisogno di due programmi per creare presentazioni e così via.
È di fatto un processo insito nello stesso codice binario che regola tutti gli apparati elettronici, acceso o spento.
Possiamo dire che il mondo elettronico si fonda sulla regola del monopolio, il numero due non è quello che vince la medaglia d’argento, piuttosto il primo a non aver vinto l’oro.
La cosa affascinante di questo discorso è che, sul web, non vince chi ha più soldi, ma vince chi arriva primo o almeno primo nella mente dei clienti (e questo combacia perfettamente con le leggi del marketing scritte nel lontano 1972 da Ries e Trout).
Nessuna delle grandi aziende oggi padrone del web, e non solo, sono costole di grandi aziende preesistenti, Google, Facebook, Amazon, Alibaba, Booking e tutte le altre aziende nascono da piccoli imprenditori ed alimentano la tradizione delle aziende nate in garage come, prima di loro, Microsoft o Apple.
Sono arrivate, semplicemente, prima e quando i grandi hanno deciso di muovere le loro corazzate, era troppo tardi, il web ha protetto la posizione dominante.
Così per Google è stato duro dover accettare che a nulla valeva avere il principale motore di ricerca, avere miliardi di utenti che utilizzavano la posta elettronica gmail, contro Facebook non esistevano armi sufficientemente grandi, contro un gruppetto di nerd nulla potevano le più grandi risorse economiche.
La regola della singolarità è più forte di tutti i capitali del mondo, se ho già un posto dove incontrare amici e parenti, farmi i fatti degli altri, condividere le mie esperienze, non ho nessun motivo per duplicare i miei post, duplicare i tempi di lettura delle stesse cose.
Ho facebook, non mi occorre Google+.
Risultato, miliardi di dollari bruciati e chiusura del social network di Google.
Ma questo non è servito a tantissimi imprenditori che hanno ben pensato, invece, di creare un nuovo social “come Facebook ma migliore”.
Eppure, ci sono casi di nuovi social di successo, da Twitter a Linkedin, da Istagram a TikTok, nuove idee, nuovi concetti, nuovi mercati. Idee che si sovrappongono a Facebook senza attaccare creano nuove nicchie di mercato rispondendo ad esigenze diverse.
Non esiste la necessità di due programmi per la scrittura, basta Word di Microsoft ma questo non vuol dire che non ci sia la necessità di un foglio di calcolo, Excel, o di uno strumento per le presentazioni, Power Point, o di un applicativo per la posta elettronica, Outlook.
Nei prossimi articoli andremo a vedere tutti gli aspetti che devono essere tenuti in considerazione per costruire un marchio efficace ed un progetto imprenditoriale vincente sul web, per ora ti invito a verificare la tua idea e controllare che questa sia, davvero, unica e abbia, davvero, la possibilità di essere la numero uno.

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