Il marketing a risposta diretta, è quella tipologia di marketing finalizzata a far compiere un’azione alla persona che riceve il messaggio. Non necessariamente un’operazione di acquisto ma potrebbe essere anche la richiesta di compilare un form per avere i dati di potenziali clienti, o ancora scaricare una guida gratuita, lasciare un indirizzo email o acquistare un libro con le sole spese di spedizione.
Tutti esempi in cui alla fine del messaggio viene inserita una “chiamata all’azione” che permette di contare il risultato che produce quel singolo messaggio. Questa chiamata distingue il marketing a risposta diretta da quello fatto per farsi conoscere, la classica pubblicità su rivista, volantino, cartellone pubblicitario.
Di per se il marketing a risposta diretta non è sbagliato, tuttavia è mancante di un pezzo.
Qui entra in gioco il minding.
Per suscitare l’interesse delle persone, bisogna differenziarsi dalla concorrenza, avere qualcosa di diverso rispetto a tutti coloro che lavorano nel nostro stesso settore.
Se non indico alle persone un motivo per preferire, tra tutte, la soluzione che io sto offrendo, corro seriamente il rischio di essere scelto sulla base del prezzo basso, ed è una guerra che è sempre auspicabile non combattere.
Il minding si centra proprio su questo, studiare e creare il reale motivo per cui la mia soluzione è perfetta per risolvere uno specifico problema o bisogno, per poi comunicarlo. Non faccio “tutto per tutti” ma risolvo uno specifico problema in modo differente rispetto a come lo risolve tutta la mia concorrenza, offrendo così degli specifici benefici che la concorrenza non offre.
Come puoi notare non si parla di “scontro” con la concorrenza attraverso elementi come cortesia o qualità o altre cose di questo genere, o peggio ancora di screditare la concorrenza, cosa peraltro pericolosa anche da un punto di vista giuridico o di consiglio dell’ordine dei professionisti.
(Se vuoi approfondire segui la puntata numero 13 del podcast minding for dummies)